Finalmente un buon giallo. La formula
dell’investigatore integerrimo, che prosegue un “caso” già chiuso per amore di
giustizia, viene qui rivisitata da Massimo Carlotto con un personaggio
azzeccato, principale punto di forza del romanzo: Marco Buratti, alias
l’Alligatore, ex detenuto amante del blues con il cuore infranto, affogato nel
Calvados, originale e funzionale al genere. Ma è grazie alla sua spalla,
Beniamino Rossini, che si forma una coppia memorabile, capace di mantenere
verve per tutta l’indagine, alternando intrigo, pulp e umorismo noir.
La storia scorre bene fin dalle prime pagine,
entrando subito nel vivo anche a scapito di una più ampia presentazione dei personaggi.
L’investigazione cattura il lettore e non lo molla fino alla fine. Lo stile è asciutto,
incentrato sul dialogo, con voci realistiche che escono dalla pagina per
tratteggiare personalità, paure e pulsioni umane con riuscita profondità
espressiva.
Purtroppo oltre la metà del romanzo diventano
palesi alcune carenze. In primo luogo la generale mancanza di pathos, di
rischio palpabile per i protagonisti, che scivolano oltre le avversità con così
tanta scioltezza da far sembrare i pericoli delle semplici scenografie di
cartapesta. Inoltre, gli antagonisti non vengono sviluppati né caratterizzati
come richiederebbe il genere, bensì ridotti a semplici macchiette, quasi
artificiali, privi di volontà propria nel dipanarsi della storia, forzati a
beneficio della trama ma a scapito della credibilità. E ancora un finale
sottotono e anticlimatico, scontato, corretto dal punto di vista investigativo
ma con troppi aiutanti dell’ultima ora e circostanze favorevoli a fungere da
deus ex machina.
Tuttavia il limite più grave è la mancanza di motivazione profonda del protagonista, avulso dal nocciolo della storia. Carlotto ricalca troppo il modello del detective anni quaranta per risultare credibile oggi. Il romanzo resta comunque una buona lettura, avvincente e accattivante per gli amanti del genere, ma non va oltre la riproposizione dei vecchi schemi in un’ambientazione contemporanea.
Voto: 3 su 5
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