martedì 9 aprile 2013

La paziente italiana


     Penisola Tricolore, Penni per gli amici, era malata da tempo. Un Male oscuro e inarrestabile. Per vent’anni i suoi due medici la ebbero in cura senza risultato. Il Pelato del Biscione promise guarigioni miracolose, ma in realtà le iniettava telespazzaturino per garantirsi il lavoro mentre se la faceva con la nipote diciassettenne di Penni. Rosso Sbiadito partì con un programma di cura di 281 pagine per arrivare a una fumosa terapia in otto punti, intanto le spolpava il conto in banca al Monte dei Teschi.
     Penni peggiorava a vista d’occhio e la famiglia era disperata. Un giorno si presentò il Santone Barbuto, un guru della Rete delle Cinque Stelle che diceva che era colpa dei due medici se Penni non guariva. Si scatenò una baruffa tra i tre.
     Barbuto aveva le idee chiare. – Voi due dovete andarvene!
    – Ma tu sei un ciarlatano! – risposero Pelato e Rosso, cercando di mettersi d’accordo su una curissima per disfarsi di lui.
     I tre si fecero la guerra, i familiari litigarono e nessuno si occupo più della povera Penni. Si dovette chiamare Crucco Uncinato, un primario straniero che scoprì che il Male era di origine psichica: salvò Penni ma dovette lobotomizzarla. Ora Penni gode di ottima salute e passa le giornate con lo sguardo perso nel vuoto, ascoltando la famiglia che si saluta battendo i tacchi. Auf Wiedersehen, meine Liebe.

© Tommaso Franco, 2013



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