mercoledì 26 dicembre 2012

Buon Natale - Feliz Navidad

Con la pancia piena si pensa meglio. O peggio? In pieno tunnel festivo-natalizio anche pensieromancino si unisce al coro degli auguri, con lo spirito già nel 2013. Idee, propositi, pazzie e pentimenti, tutto frulla nella testa della Musa, che non vede l'ora di mettersi all'opera. Bisogno di spunti? Eccovi il video preparato da quelli di Google per le parole più cercate del 2012, spettacolare. Per tutti i migliori auguri di felicità, auguri creativi, innovativi e anticonformisti... auguri mancini!

Con la barriga llena se piensa mejor. ¿O peor? De lleno en el túnel navideño también pensieromancino se uno al coro de las felicitaciones, con el espíritu ya en 2013. Ideas, propósitos, locuras y arrepentimientos, todo gira en la cabeza de la Musa, que se muere de ganas por ponerse manos a la obra. ¿Falta de inspiración? Aquí tenéis el video preparado por los de Google para las palabras más buscadas del 2012, espectacular. Para todos muchas felicidades, creativas, innovadoras y anticonformistas... ¡felicidades zurdas! (pensieromancino: pensamiento zurdo, NdT) 



venerdì 21 dicembre 2012

"La verità dell'Alligatore" (Massimo Carlotto)

Un buon giallo che però non va oltre lo stereotipo del detective

Finalmente un buon giallo. La formula dell’investigatore integerrimo, che prosegue un “caso” già chiuso per amore di giustizia, viene qui rivisitata da Massimo Carlotto con un personaggio azzeccato, principale punto di forza del romanzo: Marco Buratti, alias l’Alligatore, ex detenuto amante del blues con il cuore infranto, affogato nel Calvados, originale e funzionale al genere. Ma è grazie alla sua spalla, Beniamino Rossini, che si forma una coppia memorabile, capace di mantenere verve per tutta l’indagine, alternando intrigo, pulp e umorismo noir.

La storia scorre bene fin dalle prime pagine, entrando subito nel vivo anche a scapito di una più ampia presentazione dei personaggi. L’investigazione cattura il lettore e non lo molla fino alla fine. Lo stile è asciutto, incentrato sul dialogo, con voci realistiche che escono dalla pagina per tratteggiare personalità, paure e pulsioni umane con riuscita profondità espressiva.

Purtroppo oltre la metà del romanzo diventano palesi alcune carenze. In primo luogo la generale mancanza di pathos, di rischio palpabile per i protagonisti, che scivolano oltre le avversità con così tanta scioltezza da far sembrare i pericoli delle semplici scenografie di cartapesta. Inoltre, gli antagonisti non vengono sviluppati né caratterizzati come richiederebbe il genere, bensì ridotti a semplici macchiette, quasi artificiali, privi di volontà propria nel dipanarsi della storia, forzati a beneficio della trama ma a scapito della credibilità. E ancora un finale sottotono e anticlimatico, scontato, corretto dal punto di vista investigativo ma con troppi aiutanti dell’ultima ora e circostanze favorevoli a fungere da deus ex machina.

Tuttavia il limite più grave è la mancanza di motivazione profonda del protagonista, avulso dal nocciolo della storia. Carlotto ricalca troppo il modello del detective anni quaranta per risultare credibile oggi. Il romanzo resta comunque una buona lettura, avvincente e accattivante per gli amanti del genere, ma non va oltre la riproposizione dei vecchi schemi in un’ambientazione contemporanea.

Voto: 3 su 5

giovedì 20 dicembre 2012

Indovina l'incipit - Adivina la novela XXIX


Sublime. Magnifico. Eterno.

L'anno moriva, assai dolcemente. Il sole di San Silvestro spandeva non so che tepor velato, mollissimo, aureo, quasi primaverile, nel ciel di Roma. Tutte le vie erano popolose come nelle domeniche di maggio. Su la Piazza Barberini, su la Piazza di Spagna una moltitudine di vetture passava in corsa traversando; e dalle due piazze il romorìo confuso e continuo, salendo alla Trinità de' Monti, alla via Sistina, giungeva fin nelle stanze del palazzo Zuccari, attenuato.

El año moría, muy dulcemente. El sol de San Silvestre expandía no se que calidez velada, suavísima, áurea, casi primaveral, en el cielo de Roma. Todas las calles eran populosas como en los domingos de mayo. Por la Piazza Barberini, Por la Piazza di Spagna una muchedumbre de carrozas pasaba atravesando a la carrera; y desde las dos plazas el ruido confuso y continuo, subiendo a Trinità de’ Monti, a la Via Sistina, llegaba hasta las estancias del Palazzo Zuccari, atenuado.
[traduzione © pensieromancino]



mercoledì 19 dicembre 2012

Haiku XXIII

Freddo cielo bianco
Nebbia e panettone.
Nostalgia di casa.

Frío cielo blanco
Niebla y panettone.
Nostalgia de casa.



lunedì 17 dicembre 2012

Giro d'Europa, senza ferie - Vuelta a Europa, sin vacaciones


Si può ancora fare turismo alternativo nel Vecchio Continente? Scoprire paradisi nascosti fuori dai grandi circuiti, senza spendere troppo e neanche prendendo le ferie? Miquel Silvestre c'è riuscito, con un incredibile viaggio in moto da cui è nato il libro "Europa low cost sin dejar de trabajar".  Un genio o un pazzo? A voi il giudizio finale.

¿Todavía se puede hacer turismo alternativo en el Viejo Continente? ¿Descubrir paraísos escondidos fuera de los grandes circuitos, sin gastar demasiado y ni siquiera cogiendo vacaciones? Miquel Silvestre lo ha logrado, con un increíble viaje en moto del que ha nacido el libro "Europa low cost sin dejar de trabajar". ¿Genio o locura? Juzgadlo vosotros.


venerdì 14 dicembre 2012

Indovina l'incipit - Adivina la novela XXVII

Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato «Storie vissute della natura», vidi un magnifico disegno. Rappresentava un serpente boa nell'atto di inghiottire un animale. Eccovi la copia del disegno. C'era scritto: «I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla. Dopo di che non riescono più a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede».

Cuando yo tenía seis años vi en un libro sobre la selva virgen que se titulaba "Historias vividas", una magnífica lámina. Representaba una serpiente boa que se tragaba a una fiera. Esta es la copia del dibujo. En el libro se afirmaba: "La serpiente boa se traga su presa entera, sin masticarla. Luego ya no puede moverse y duerme durante los seis meses que dura su digestión".


giovedì 13 dicembre 2012

"1Q84" (Haruki Murakami)


Scrivo questa recensione con il cuore diviso. Il romanzo 1Q84 di Haruki Murakami è una creatura ibrida, frutto di un esperimento audace e originale, che come tale rompe i canoni e i termini di paragone del lettore. Ci sono spunti eccellenti e riuscitissimi ma l’amalgama lascia perplessi.

Senza svelare nulla della trama, è brillante l’accostamento tra elementi del cosiddetto realismo magico e una trama noir con multipli livelli di lettura; tuttavia anche i fan del Murakami di Norwegian Wood – Tokyo Blues resteranno delusi dalla mancanza di continuità drammatica tra i vari episodi, slegati, con un filo conduttore labile, che malgrado le pagine su pagine non vanno oltre l’aneddoto (es: l’amante di Tengo, il rapporto tra Aomame e la signora).

Aomame e Tenko, i due protagonisti, sono riusciti: profondi, vivi e credibili; altri personaggi come Komatsu o Tamaru non vanno oltre lo stereotipo ma sono funzionali alla storia. L’ambientazione è stata per me una delusione: da amante del Giappone ho trovato i nomi e poco altro, il tutto diluito in una salsa globalizzata nippoeuroamericana pensata a tavolino per il palato del pubblico mondiale dei best seller.

È però nello stile che a mio avviso naufraga l’esperimento. La prosa pesante, il ritmo lento, le frequenti ripetizioni che riassumono o riprendono eventi già noti e chiarissimi per qualsiasi lettore, la preponderanza delle parti introspettive a scapito della storia, gli onnipresenti “disse”, “rispose”, “assentì”, tutto contribuisce ad appesantire la lettura sciupando ogni effetto di originalità, fino all’inconfessabile impulso di saltare pagine con il disperato bisogno che succeda qualcosa, una novità, un colpo di scena. Questo è un peccato mortale per un testo che, nei suoi tre libri in due volumi, supera le mille pagine. Se si richiede uno sforzo così grande al lettore, lo si deve ripagare con un viaggio emozionante e stupefacente, altrimenti si suscita disappunto, delusione e distacco.

Nel finale gli eventi si fanno più incalzanti e la lettura scorre con il retrogusto amaro che viene a pensare come il libro sarebbe migliore con 500 pagine di meno. In sintesi, un esperimento fallimentare, vittima forse del narcisismo dell’autore o dell’avidità dell’editore che, pur di incassare di più, ha stiracchiato in tre libri una storia per uno solo.

Voto: 2 su 5

Escribo esta reseña con el corazón dividido. La novela 1Q84 de Haruki Murakami es una criatura híbrida, fruto de un experimento audaz y original, que como tal rompe los cánones y los términos de parangón del lector. Hay ideas excelentes y muy logradas pero la amalgama deja perplejos.

Sin desvelar nada de la trama, es brillante la yuxtaposición de elementos del llamado realismo mágico con una trama de novela negra con múltiples niveles de lectura; sin embargo hasta los fans del Murakami de Norwegian Wood – Tokyo Blues quedarán decepcionados por la falta de continuidad dramática entre los varios episodios, desligados, con un hilo narrativo lábil, que a pesar de páginas y páginas no van más allá de lo anecdótico (ej: el amante de Tengo, la relación entre Aomame y la señora).

Aomame y Tengo, los dos protagonistas, están bien delineados: profundos, vivos y creíbles; otros personajes como Komatsu o Tamaru no salen del estereotipo pero son funcionales a la historia. La ambientación ha sido para mí una decepción: como amante de Japón he encontrado los nombres y poco más, todo diluido en una salsa globalizada nipoeuroamericana pensada en frío para el paladar del publico mundial de best seller.

Pero es en el estilo que en mi opinión el experimento fracasa. La prosa cargada, el ritmo lento, las repeticiones frecuentes que resumen o retoman eventos ya conocidos y clarísimos para cualquier lector, el exceso de introspección en detrimento de la historia, los omnipresentes “dijo”, “repuso”, “asintió”, todo contribuye a una lectura pesada estropeando cualquier efecto de originalidad, hasta el inconfesable impulso de saltar páginas con la necesidad desesperada que ocurra algo, una novedad, un giro en la historia. Éste es un pecado mortal para un texto que, en sus tres libros en dos tomos, supera las mil páginas. Si se pide un esfuerzo tan grande al lector, se le debe premiar con un viaje emocionante y estupefaciente, de lo contrario se suscita desilusión, decepción y desapego.

En el final los eventos se hacen más entretenidos y la lectura fluye con el sabor amargo que deja pensar como el libro sería mejor con 500 páginas menos. En resumen, un experimento fracasado, víctima tal vez del narcisismo del autor o de la codicia del editor que, con tal de cobrar más, ha estirado en tres libros una historia para uno solo.

Nota: 2 sobre 5

mercoledì 12 dicembre 2012

Tutti in Australia - Todos a Australia


Dopo le brutte notizie politiche degli ultimi giorni un'amica ieri si sfogava con me: "Questa volta scappo... ma dove?". La Spagna di certo non la consiglio, però a quanto pare un paradiso scampato alla crisi c'è: l'Australia. Gli italiani laggiù sono sempre più numerosi, e le cose sembrano andare alla grande. Certo ci va coraggio, o disperazione. Ci andreste voi?

Con la avalancha de malas noticias de los últimos tiempos, oigo a muchos decir lo mismo: "Habría que largarse de aquí... pero ¿dónde?". Por supuesto Italia no la recomiendo, pero parece que un paraíso que no conoce crisis existe: Australia. Cada vez hay más españoles allí, y las cosas parecen ir bien. Claro que hace falta valor, o desesperación. Y vosotros, ¿partiríais?


domenica 9 dicembre 2012

Vento e neve


L’inchiostro vola sulla carta in nuvole di sogno. Dal nulla il pennello crea colori, forme, realtà. Un ponte di legno su un fiume lento. Un salice stanco. Un mare di neve accecante. La mano rugosa disegna con gesti calmi, come a misurare le energie, bene prezioso. Nel bianco silenzio di cielo e terra spiccano i tre tratti rossi di una torii, un arco scintoista. L’uomo posa il pennello e infila le mani nelle maniche del kimono per proteggersi dal freddo. Il viso segnato dal tempo si acciglia e lo sguardo spazia sulla scenario, in cerca dell’inafferrabile. Non crucciarti, Hiroshige. Eppure manca qualcosa. L’opera non è completa.
     Sul ponte deserto appare una figura. L’uomo ne segue i movimenti da lontano. La osserva. È una donna. Porta un mantello scuro e un cappello di paglia. Dove va con questo freddo? La donna si ferma e si guarda intorno, appoggiata al parapetto. Il vento solleva il mantello e un lampo di seta sgargiante colora il mondo. Abiti di lusso, da nobile. Hiroshige si passa una mano sul cranio rasato, dubbioso. D’istinto afferra il pennello e sta per creare una figura scura sul ponte quando il suo cuore si blocca. Non è possibile. La donna è salita sul parapetto. Si tiene in piedi a malapena, aggrappata a una colonna. Il cappello vola via spettinandole lo chignon. Ciocche di capelli nerissimi le schiaffeggiano il volto pallido. È giovane. Piange.

Viento y nieve


La tinta vuela sobre el papel en nubes de ensueño. De la nada el pincel crea colores, formas, realidad. Un puente de madera sobre un río lento. Un sauce cansado. Un mar de nieve deslumbrante. La mano rugosa dibuja con gestos calmados, como para medir las energías, bien preciado. En el blanco silencio de cielo y tierra destacan los tres trazos rojos de una torii, un arco sintoísta. El hombre deja el pincel y mete las manos en las mangas del kimono para protegerse del frío. El rostro marcado por el tiempo frunce el ceño y la mirada abarca el escenario, en busca de lo inalcanzable. No te aflijas, Hiroshige. Sin embargo falta algo. La obra no está completa.
     Sobre el puente desierto aparece una figura. El hombre sigue sus movimientos desde lejos. La observa. Es una mujer. Lleva una capa oscura y un sombrero de paja. ¿Dónde va con este frío? La mujer se para y mira alrededor, apoyada en la barandilla. El viento levanta la capa y un destello de seda exuberante colorea el mundo. Ropa de lujo, de noble. Hiroshige se pasa una mano sobre el cráneo rasurado, dubitativo. Instintivamente agarra el pincel y está a punto de crear una figura oscura en el puente cuando su corazón se bloquea. No puede ser. La mujer se ha subido a la barandilla. Se mantiene de pie a penas, aferrada a una columna. El sombrero vuela despeinándole el moño. Mechones de pelo negrísimo le azotan el rostro pálido. Es joven. Llora.

Buon compleanno pensieromancino!



Oggi pensieromancino compie un anno. Auguri! Sono emozionato quasi come se fosse un figlio (beh non esageriamo). Ormai sa camminare e ha voglia di scoprire il mondo da solo.
Se guardo indietro, non mi pare vero di aver trovato l’ispirazione per scrivere quasi ogni giorno (con il lavoro, la famiglia e gli impegni, i romanzi da leggere e... da scrivere); se guardo avanti vedo infinite strade che aspettano solo di essere esplorate. Sono soddisfatto, commosso e, perché no, felice.
Un grazie a chi mi ha accompagnato in questo viaggio e un invito a tutti a continuarlo insieme.
Festeggiamo il primo anno di blog con una primizia, fresca di scrittura: il racconto
VENTO E NEVE (clicca per leggere).
Inoltre mi piace raccogliere qui i filoni tematici più ricchi che sono nati su pensieromancino (con i rispettivi link):
La serie di racconti noir Nove cerchi;
La raccolta di Haiku per un anno, che si concluderà a breve;
Il gioco letterario Indovina l’incipit, giunto a 26 romanzi;
Il fascino del Giappone in Oriente, tra arte e Zen (e non solo).
Le Recensioni di libri che ho letto recentemente;
Gli spunti e le riflessioni su come si scrive in Tecnica narrativa;
Le storie reali di Eroi e dannati, veri personaggi da libro;
Opere originali e attuali di varie discipline in Arte;
La luce della settima arte in Cinema;
Le mille facce del mondo di oggi in Storie vere;
La saggezza dei Maestri;
Le chicche sui Mancini, i fratelli spirituali di pensieromancino.
(L’elenco completo di tutti i miei testi letterari qui)
Un fiume di parole per prepararci al viaggio che ci aspetta. Come sempre, buona lettura!

¡Feliz cumple pensieromancino!


Hoy pensieromancino cumple un año. ¡Felicidades! Estoy emocionado casi como si fuera un hijo (bueno no nos pasemos). Ya sabe andar y tiene ganas de descubrir el mundo solito. 
Si miro hacia atrás, no me parece verdad que haya encontrado la inspiración para escribir casi a diario (con el trabajo, la familia y los compromisos, las novelas por leer... y por escribir); si miro hacia delante veo infinitos caminos que sólo esperan ser explorados. Estoy satisfecho, conmovido y, por qué no, feliz.
Gracias a quienes me habéis acompañado en este viaje y os invito a todos a continuarlo juntos.
Celebramos el primer año de blog con una primicia, recién escrita: el cuento
VIENTO Y NIEVE (pincha para leer)
Además me gusta recopilar aquí algunos de los hilos argumentales principales que han nacido en pensieromancino (con sus enlaces):
La serie de cuentos negros Nueve círculos;
La colección de Haiku para un año, que se va a concluir en breve;
El juego literario Adivina la novela, que reúne ya 26 texto;
El encanto de Japón en Oriente, entre arte y Zen (y no sólo);
Las Reseñas de novelas que he leído recientemente;
Las ideas y reflexiones sobre cómo se escribe en Técnica narrativa;
Las historias reales de  Héroes y malditos , verdaderos personajes de novelea;
Obras originales y actuales de varias disciplinas en Arte;
La luz del séptimo arte en Cine;
Las mil caras del mundo de hoy en Historias verdaderas;
Las sabiduría de los Maestros;
Las originalidades de los Zurdos, los hermanos espirituales de pensieromancino (pensamiento zurdo).
(La lista completa de todos mis textos literarios aquí)
Un río de palabras para prepararnos al viaje que nos espera. Como siempre, ¡buena lectura!

venerdì 7 dicembre 2012

Indovina l'incipit - Adivina la novela XXVI

Che bello ritornare bambini - Qué bonito volver a ser niños

Il signor Trelawney, il dottor Livesey e gli altri gentiluomini mi hanno chiesto di mettere per iscritto tutti i dettagli riguardanti *****, dal primo all'ultimo, senza omettere nulla salvo la posizione dell'isola, e questo solo perché una parte del tesoro non è stata ancora portata alla luce. Perciò nell'anno di grazia 17... prendo in mano la penna e torno al tempo in cui mio padre gestiva la locanda dell'"Ammiraglio Benbow" e al giorno in cui il vecchio uomo di mare, abbronzato e sfregiato da una sciabolata, prese per la prima volta alloggio sotto il nostro tetto.

El squire Trelawney, el doctor Livesey y algunos otros caballeros me han indicado que ponga por escrito todo lo referente a *****, sin omitir detalle, aunque sin mencionar la posición de la isla, ya que todavía en ella quedan riquezas enterradas; y por ello tomo mi pluma en este año de gracia de 17... y mi memoria se remonta al tiempo en que mi padre era dueño de la hostería «Almirante Benbow», y el viejo curtido navegante, con su rostro cruzado por un sablazo, buscó cobijo para nuestro techo.


martedì 4 dicembre 2012

Il barbone laureato


Questa non è una storia della crisi, è lo specchio della trasformazione epocale che stiamo vivendo, inarrestabile e sconvolgente. L'uomo non sarà mai più come prima.
"Io sono nessuno. [...] La molla che fa scattare la rivalsa e permette di andare avanti è proprio la consapevolezza di non avere niente da perdere. Il bello di quando perdi ogni cosa è che puoi ricominciare da dove vuoi"
Non è una frase da dolcetto cinese della fortuna, ma l'esperienza choccante di Wainer Molteni, il clochard laureato. Buona lettura.


venerdì 30 novembre 2012

Ho paura / Tengo miedo

Ho paura del silenzio 
Ho paura del buio 
Ho paura di cadere 
Ho paura dell'insonnia 
Ho paura del vuoto 

Manca qualcosa? 
Sì, manca qualcosa e mancherà sempre 
L’esperienza del vuoto 

Mancare 
Cosa ti manca? 
Niente. 
Sono imperfetta ma non mi manca nulla 
Forse qualcosa manca ma non lo so, per questo non ne soffro 

Stomaco vuoto casa vuota bottiglia vuota 
La caduta nel vuoto segnala l’abbandono della madre. 


Tengo miedo al silencio 
Tengo miedo a la oscuridad 
Tengo miedo de caerme 
Tengo miedo al insomnio 
Tengo miedo al vacío 

¿Falta algo? 
Si, falta algo y siempre faltará 
La experiencia del vacío 

Faltar 
¿Qué te falta? 
Nada 
Soy imperfecta pero no me falta nada 
Tal vez me falte algo pero como no lo sé no sufro 

Estómago vacío casa vacía botella vacía 
Caer en el vacío es señal del abandono de la madre.


I am afraid of silence 
I am afraid of the dark 
I am afraid to fall down 
I am afraid of insomnia 
I am afraid of emptiness 

Is something missing? 
Yes, something is missing and always will be missing 
The experience of emptiness 

To miss 
What are you missing? 
Nothing 
I am imperfect but I am lacking nothing 
Maybe something is missing but I do not know and therefore do not suffer 

Empty stomach empty house empty bottle 
The falling into a vaccum signals the abandonment of the mother.

Louise Bourgeois, I am afraid, 2009

Evocativa poesia quasi Zen di Louise Bourgeois, scritta all'età di 98 anni su un lenzuolo (!) ed incorniciata come quadro. Una gemma. La mostra delle sue opere degli ultimi dieci anni è tuttora in corso nella Casa Encendida di Madrid, fino al 13 gennaio.

Evocador poema casi Zen de Louise Bourgeois, escrito a la edad de 98 años sobre una sábana (!) y enmarcado como cuardo. Una joya. La exposición de sus obras de los últimos diez años está todavía en la Casa Encendida de Madrid, hasta el 13 de enero.

giovedì 29 novembre 2012

Indovina l'incipit - Adivina la novela XXV

A**** odiava la scuola di sci. Odiava la sveglia alle sette e mezzo del mattino anche nelle vacanze di Natale e suo padre che a colazione la fissava e sotto il tavolo faceva ballare la gamba nervosamente, come a dire su, sbrigati. Odiava la calzamaglia di lana che la pungeva sulle cosce, le moffole che non le lasciavano muovere le dita, il casco che le schiacciava le guance e puntava con il ferro sulla mandibola e poi quegli scarponi, sempre troppo stretti, che la facevano camminare come un gorilla.

A**** odiaba la escuela de esquí. Odiaba tener que despertarse a las siete y media de la mañana incluso en Navidad, y que mientras desayunaba su padre la mirase meciendo nerviosamente la pierna por debajo de la mesa, como diciéndole que se diera prisa. Odiaba ponerse los leotardos de lana, que le picaban en los muslos, y las manoplas, que le impedían mover los dedos, y el casco, que le estrujaba la cara y tenía un hierro que se le clavaba en la mandíbula, y aquellas botas, que siempre le iban pequeñas y la hacían andar como un gorila.


mercoledì 28 novembre 2012

Haiku XXII

L'inverno si avvicina e con lui la fine di un anno di Haiku. Troverò un modo di stemperare la malinconia?
El invierno se acerca y con él el final de un año de Haiku. ¿Econtraré la manera de disolver la melancolía?


Grigi rami scossi
dal vento e volano
coriandoli di foglie gialle.

Grises ramas agitadas
por el viento y vuelan
confetis de hojas amarillas. 



martedì 27 novembre 2012

L'italiano, questo sconosciuto

Conoscete davvero l'italiano? Per uno scrittore è fondamentale, se mentre scrivi devi anche lottare con la lingua allora sei fritto. Ma scrivere bene è importante per tutti: non c'è niente di più brutto di uno strafalcione nero su bianco. E un ripassino non fa mai male. Allora eccovi i 18 errori più comuni dell'italiano, vediamo come ve la cavate con accenti, apostrofi, doppie e congiuntivi:



lunedì 26 novembre 2012

Sempre più stupidi - Cada vez más estúpidos


Ormai lo dice anche la scienza: l'essere umano sta perdendo la sua intelligenza. Il progresso ci ha fatto impigrire, rendendoci più stupidi:
"Un tempo, se un cacciatore/raccoglitore non riusciva a risolvere il problema di come trovare il cibo, moriva e con lui tutta la sua progenie, mentre oggi un manager di Wall Street che fa un errore riceve un cospicuo bonus e diventa un maschio più attraente. La selezione naturale non è più così estrema."
Non c'era bisogno di uno studio dell'Università di Stanford per rendersene conto, basta farsi un giro e gli esempi si sprecano: al volante, sul lavoro, in televisione, nei centri commerciali, ovunque. A quanto pare la nostra salvezza sta nella trasmissione sociale della conoscenza. Ci aspetta dunque un futuro da formiche che schiacciano bottoni. O forse è già il presente.


Ya lo dice también la ciencia: el ser humano está perdiendo su inteligencia. El progreso nos ha hecho perezosos, volviéndonos más estúpidos:
"Hace tiempo, un cazador que no fuese capaz de concebir una solución para conseguir comida o protección, probablemente moriría, y junto a él, su progenie, mientras que un ejecutivo moderno de Wall Street que cometiese un error conceptual similar recibiría un bonus cuantioso y sería considerado un hombre más atractivo. La selección natural ya no es tan extrema."
No hacía falta un estudio de la Universidad de Stanford para darse cuenta, basta con dar una vuelta y los ejemplos abundan: en la carretera, en el trabajo, en televisión, en los centros comerciales, por todas partes. Por lo que parece nuestra salvación reside en la transmisión social del conocimiento. Nos espera entonces un futuro de hormigas que aprietan botones. O tal vez ya sea el presente.

sabato 24 novembre 2012

Haiku XXI

Acero rosso solitario 
presto perderai le foglie: 
quale effimera bellezza. 

Arce rojo solitario 
pronto perderás tus hojas: 
qué efímera belleza.


venerdì 23 novembre 2012

Indovina l'incipit - Adivina la novela XXIV

L'uomo è uno e nessuno.
Porta da anni la sua faccia appiccicata alla testa e la sua ombra cucita ai piedi e ancora non è riuscito a capire quale delle due pesa di più. Qualche volta prova l'impulso irrefrenabile di staccarle e appenderle a un chiodo e restare lì, seduto a terra, come un burattino al quale una mano pietosa ha tagliato i fili.
A volte la fatica cancella tutto e non concede la possibilità di capire che l'unico modo valido di seguire la ragione è abbandonarsi a una corsa sfrenata sul cammino della follia. Tutto intorno è un continuo inseguirsi di facce e ombre e voci, persone che non si pongono nemmeno la domanda e accettano passivamente una vita senza risposte per la noia o il dolore del viaggio, accontentandosi di spedire qualche stupida cartolina ogni tanto.

El hombre es uno y ninguno. 
Carga desde hace años con su rostro pegado al cráneo y su sombra cosida a los pies, y todavía no ha logrado comprender cuál de las dos cosas pesa más. A veces experimenta el impulso irrefrenable de despegárselos, colgarlos en un clavo y quedarse allí, sentado en el suelo, como una marioneta a la cual una mano piadosa ha cortado los hilos. 
Otras veces el cansancio lo borra todo y le impide darse cuenta de que lo único razonable es abandonarse a una carrera desenfrenada por el camino de la locura. A su alrededor no hay más que un continuo acoso de rostros, sombras y voces, personas que ni siquiera se plantean preguntas y aceptan pasivamente una vida sin respuestas pese al hastío o el dolor del viaje, y que se conforman con enviar alguna postal estúpida de vez en cuando.


martedì 20 novembre 2012

La città più globale - La ciudad más global

Vi siete mai chiesti quale sia la capitale del mondo? O meglio, qual è la città più influente? Vediamo se indovinate... Eccovi le prime cinque (da Panorama, fonte: Foreign Policy). Si sente forte il ruggito dell'Asia. Poca roba per il Meditteraneo: Madrid 17ª, Barcellona 26ª, Roma 28ª e Milano 42ª! (elenco completo qui)

¿Os habéis preguntato alguna vez cuál es la capital del mundo? ¿O mejor dicho, cuál es la cuidad más influyente? A ver si adivináis... Aquí están las primeras cinco (desde la revista Panorama, fuente: Foreign Policy). Se oye fuerte el rugido de Asia. Poquito queda para el Mediterráneo: ¡Madrid número 17, Barcelona 26, Roma 28 y Milán 42! (lista completa qui)

1º: New York
2º: London
3º: Tokyo
4º: Paris
5º: Hong Kong

lunedì 19 novembre 2012

Il mondo in 50 libri, secondo Baricco


È terminata da qualche giorno la rubrica "Una certa idea di mondo" che Alessandro Baricco ha tenuto su Repubblica per un annetto, presentando (cito) "i migiori 50 libri che ho letto negli ultimi dieci anni". (la lista completa qui). 

Sarà anche tutto marketing, ma a me l'iniziativa sembra lodevole sotto molti aspetti: è uno spunto splendido per conoscere nuovi autori e testi interessanti (romanzi, saggi o fumetti); è un'occasione per parlare di Letteratura (con la maiuscola) sui mezzi di comunicazione di massa; è infine un esempio di personaggio che si spende per fare opera di divulgazione - certo Baricco ce l'ha nel sangue, fin dai tempi del Circolo Pickwick (sulla Rai).

Date un'occhiata alla lista, ce n'è per tutti i gusti; di sicuro troverete qualcosa per voi. Io ho già scelto il mio: "La casa delle belle addormentate" di Yasunari Kawabata (come sono prevedibile...). Buona lettura.

venerdì 16 novembre 2012

L'italiano sta morendo... colpa dell'inglese?

È apparso ieri su Repubblica un interessante articolo di Andrea Camilleri sull'imbarbarimento dell'italiano, a suo dire in punto di morte. Tra i tanti passaggi vi segnalo questo:
[...] Da noi l’italiano viene quotidianamente sempre più vilipeso e indebolito da una sorta di servitù volontaria e di assoggettamento inerte alla progressiva colonizzazione alla quale ci sottoponiamo privilegiando l’uso di parole inglesi. E c’è di più. Un esempio per tutti. Mi è capitato di far parte, quale membro italiano, della giuria internazionale del Premio Italia annualmente indetto dalla Rai con sede a Venezia. Ebbene, il regolamento della giuria prevedeva come lingua ufficiale dei giurati quella inglese, senza la presenza di interpreti. Sicché uno svedese, un russo, un francese e un giapponese e un italiano ci trovammo costretti ad arrangiarci in una lingua che solo il rappresentante della BBC padroneggiava brillantemente.
Si tratta di un argomento d'attualità: la colonizzazione dell'italiano. Senza scomodare le ragioni storiche, la realtà è che l'uso di termini stranieri ha raggiunto livelli che rasentano il ridicolo, soprattutto in politica ("Il premier tra la spending review e l'election day" per citare un possibile titolo).

Io però mi sento in controtendenza. Siamo sicuri che tradurre tutto sia la soluzione? Certo invece di tablet, smartphone o ebook potremmo dire tavoletta, telefono intelligente o libro elettronico, oppure mezzi di comunicazione invece di media, ma cambierebbe di molto? La realtà è che le lingue creative, che osano, inventano ed esportano cultura sono altre, e a noi non resta che assimilare. Tradurre o no non fa una grande differenza.

Peraltro ci possiamo consolare: già gli antichi romani facevano così, assimilando la cultura greca senza tradurre, integrando le parole greche nel latino, così che ancora oggi la scienza usa termini sia latini sia greci ricevuti attraverso il latino. Alla fine quel che conta sono le idee, e l'italiano oggi purtroppo ne veicola ben poche. La nostra lingua morirà? Se non saprà creare cultura oggi, la risposta è sì. Ma l'invasione di parole inglesi è solo un sintomo, eliminarle sarà come dare un'aspirina per curare una cancrena: inutile.

giovedì 15 novembre 2012

Indovina l'incipit - Adivina la novela XXIII

Un capolavoro del genere, o meglio il fondatore del genere.
Una obra maestra del género, o mejor dicho el fundador del género.

Alle tre del mattino l'odore del casinò, il fumo e il sudore danno la nausea. A quell'ora, il logorio interiore tipico del gioco d'azzardo – misto di avidità, paura e tensione nervosa – diventa intollerabile. I sensi si risvegliano e si torcono per il disgusto.

El olor, el humo y el sudor de un casino son nauseabundos a las tres de la mañana. La erosión del alma que producen las grandes apuestas —un oscuro compuesto de avaricia, miedo y tensión nerviosa— se hace entonces insoportable, y los sentidos se despiertan y se rebelan.


mercoledì 14 novembre 2012

Arte Zen XX: Calligrafía Zen - Caligrafía Zen

Un ritorno di fiamma: la calligrafia giapponese. Quanta voglia di imparare! Oggi scriviamo "ai": amore.
Una gran pasión que vuelve: la caligrafía japonesa. ¡Cuántas ganas de aprender! Hoy escribimos "ai": amor.


"ai": amore - amor

venerdì 9 novembre 2012

Indovina l'incipit - Adivina la novela XXII


Lasciamoci incantare sulle ali della fantasia - e se non l'avete letto, fatelo al più presto! 
Liberemos la imaginación y dejémonos fascinar - y si no lo habéis leído, ¡hacedlo cuanto antes!

Immaginiamo di essere seduti, voi e io, in una stanza silenziosa affacciata su un giardino, a parlare del più e del meno e a sorseggiare una tazza di tè verde, e che il discorso cada su un fatto avvenuto tanto tempo prima e che io vi dica: «Il pomeriggio in cui incontrai quell'uomo... fu il più bello della mia vita, e anche il più brutto». Sono convinta che mettereste giù la vostra tazza e replichereste: «Be', com'è possibile? Era il più bello o il più brutto? Una cosa esclude l'altra!». Di solito riderei di me stessa, dichiarandomi d'accordo con voi, ma la verità è che il pomeriggio in cui incontrai il signor Tanaka Ichiro fu al tempo stesso il migliore e il peggiore della mia vita. Mi era sembrato un uomo così affascinante che persino il sentore di pesce che proveniva dalle sue mani aveva un che di profumato. Ma, se non l'avessi conosciuto, sono sicura che non avrei mai fatto la geisha.

Imagínate que tú y yo estuviéramos sentados en una apacible estancia con vistas a un jardín, tomando té y charlando sobre unas cosas que pasaron hace mucho, mucho tiempo, y yo te dijera "el día que conocí a fulano de tal... fue el mejor día de mi vida y también el peor". Supongo que dejarías la taza sobre la mesa y dirías: "¿En qué quedamos? ¿fue el mejor o el peor?". Tratándose de otra situación, me habría reído de mis palabras y te habría dado la razón. Pero la verdad es que el día que conocí al señor Tanaka Ichiro fue de verdad el mejor y el peor día de mi vida. Me fascinó, incluso el olor a pescado de sus manos me pareció un perfume. De no haberlo conocido, nunca hubiera sido geisha.

Casa geisha Sima - Kanazawa. © pensieromancino

giovedì 8 novembre 2012

Gli Invernanti: 8 mesi su Marte - Los Invernantes: 8 meses en Marte


Sembra il titolo di un film di fantascienza di serie B degli anni '70 e invece è tutto vero.

Si tratta della missione di 13 tra italiani e francesi rinchiusi da otto mesi nella stazione Concordia, una postazione scientifica piantata nel cuore del Polo Sud, con temperature di -75º C e solo un terzo della quota normale di ossigeno. Insomma, quanto di più simile ci sia sulla Terra alle condizioni ambientali di un'ipotetica missione su Marte.

¿Ci andreste voi a passare una bella vacanza di otto mesi al buio gelo artico? C'è da sperare per questi pazzi eroi che il computer di bordo non sia un HAL 9000...


Parece el título de una película de ciencia ficción de clase B de los '70 y en cambio es todo verdad.

Se trata de la misión de 13 entre italianos y franceses encerrados desde hace ocho meses en la estación Concordia, una base científica plantada en el corazón de la Antártida, con temperaturas de -75º C y sólo un tercio de la cuota normal de oxígeno. En resumen, lo más parecido que haya en la Tierra a las condiciones ambientales de una hipotética misión a Marte.

¿Iríais vosotros a pasar unas buenas vacaciones de ocho meses en el oscuro frío ártico? Hay que esperar para estos locos héroes que el ordenador de bordo no sea un HAL 9000...

martedì 6 novembre 2012

"Shogun" (James Clavell)

Il karma e' il principio della conoscenza. Poi viene la pazienza. Chi e' paziente e' forte, Anjin-san. Pazienza vuol dire trattenere la tendenza alle sette emozioni: odio, adorazione, gioia, angoscia, collera, dolore, paura. Se non lasciate via libera a queste sette, siete paziente, e presto capirete la sostanza delle cose e sarete in armonia con l'eternità 

Ci sono libri che si incidono a fuoco nella sensibilità di un lettore e restano nella memoria per tutta la vita. Shogun di James Clavell è per me uno di questi. 

Certo era facile che mi colpisse, è il libro perfetto per me. Perché non l’avessi letto prima resta un mistero. Come resistere alla storia di un occidentale scaraventato suo malgrado nel Giappone dei samurai, tra intrighi di palazzo, donne in kimono, agguati, amori e tradimenti sul filo della katana? Impossibile. Mi sarebbe bastata da sola l’ambientazione esotica e Zen. Tutto quello che avevo sempre sognato in un romanzo e non avevo mai osato chiedere. 

James Clavell è un narratore splendido: partendo dalle vicende storiche del capitano inglese William Adams alla corte di Tokugawa Ieyasu (l’unificatore del Giappone), è capace di raccontare una storia avvincente che anche dopo 900 pagine ti lascia l’amaro in bocca perché finisce troppo presto. Magistrale. 

Come sempre nessuno è perfetto, certe parti sono un po’ prolisse e il finale traballa un po’, ma il personaggio del capitano John Blackthorne “Anjin” è memorabile e il suo amore per Mariko ha la bellezza e la fragilità di un ciliegio in fiore. E rimane il ricordo di Toranaga (Tokugawa), il grande samurai: pericoloso, carismatico, misterioso e imprevedibile. Da antologia. 


Karma es el principio del conocimiento. Después, está la paciencia. Los pacientes son fuertes, Anjín-san. Paciencia significa dominar nuestra inclinación hacia las siete emociones: odio, adoración, gozo, ansiedad, irritación, dolor y miedo. Si las resistes, eres paciente, y pronto comprenderás todas las cosas y estarás en armonía con la Eternidad. 

Hay libros que se graban a fuego en la sensibilidad de un lector y queda en la memoria para toda la vida. Shogun de James Clavell es para mí uno de ellos. 

Claro que era fácil que me impactase, es el libro perfecto para mí. Por qué no lo hubiese leído antes es un misterio. ¿Cómo resistir a la historia de un occidental arrojado a su pesar en el Japón de los samuráis, entre intrigas de palacio, mujeres en kimono, emboscadas, amores y traiciones en el filo de la katana? Imposible. Me habría valido por si sola la ambientación exótica y Zen. Todo lo que había soñado siempre en una novela y nunca había osado pedir. 

James Clavell es un narrador magnífico: partiendo de los hechos históricos del capitán ingles William Adams en la corte de Tokugawa Ieyasu (el unificador de Japón), es capaz de contar una historia cautivadores que inclusive después de 900 páginas te deja mal sabor de boca porque se acaba demasiado pronto. Magistral. 

Como siempre nadie es perfecto, ciertas partes son un poco prolijas y el final se tambalea un poco, pero el personaje del capitán John Blackthorne “Anjin” es memorable y su amor por Mariko tiene la belleza y la fragilidad de un cerezo en flor. Y queda el recuerdo de Toranaga (Tokugawa), el gran samurai: peligroso, carismático, misterioso e imprevisible. Inmortal.

venerdì 2 novembre 2012

TopoGuerre stellari - La MickyGuerra de las galaxias


La Walt Disney ha appena comprato la Lucasfilm, ovvero quando Topolino incontra Dart Fener. Miracoli della fantasia o dei dollari di Hollywood? Ci aspetta un Episodio VII di Guerre stellari con topi e paperi? Le foto sono tutto un programma, prepariamoci.

La Walt Disney acaba de comprar la Lucasfilm, es decir cuando Mickey Mouse encuentra Darth Vader. ¿Milagros de la fantasía o de los dólares de Hollywood? ¿Nos espera un Episodio VII de La guerra de las galaxias con ratones y patos? Las fotos prometen, preparémonos.

mercoledì 31 ottobre 2012

Indovina l'incipit XXI

Come rompere il ghiaccio col botto:

Il primo carabiniere che entrò nella stanza scivolò sul sangue e cadde su un ginocchio. Il secondo si arrestò sulla soglia come sul bordo di una buca, agitando le braccia aperte, per lo slancio.
– Madonna Santa! – urlò, serrando le guance tra le mani, poi si voltò e corse nel pianerottolo e giù per le scale e oltre la porta e fuori, nel cortile del palazzo, dove si aggrappò al cofano della Punto bianca e nera e si piegò in avanti, spezzato in due da un conato violento. In ginocchio sul pavimento, al centro della stanza, la pelle dei guanti incollata al pavimento appiccicoso, il brigadiere Carrone si guardò attorno e gli sfuggì un singhiozzo roco, quasi un rutto. Provò ad alzarsi, ma scivolò sui tacchi, cadendo indietro sul sedere e poi su un fianco con uno schiocco umido e vischioso.