sabato 31 dicembre 2011

Tao Te Ching

L'unica costante della vita è l'impermanenza, dicono i Taoisti. Chiudiamo allora con una piccola perla per meditare. Buon anno a tutti!

La única constante de la vida es la impermanencia, dicen los Taoista. Cerramos entonces con una pequeña perla para meditar. ¡Feliz año a todos!

La verità non consiste di belle parole;le belle parole non sono verità.
Il buono non pretende di avere ragione;
chi pretende di avere ragione non è buono.
Il saggio non è erudito;
l'erudito non è saggio.
Il saggio non accumula nulla.
Più usa ciò che ha per gli altri, più ha.
Più dà ciò che ha agli altri più è ricco.
La via del cielo consiste nel nutrire e nel non recare danno.
La via del saggio consiste nell'essere generoso e nel non competere.

Las palabras verdaderas no son bellas.Las palabras bellas no son verdaderas.
El bien no discrimina.
El que discrimina no es bueno.
El que sabe no acumula conocimientos.
El que acumula conocimientos no sabe.
El sabio no pone nada en reserva.
Trabajando por sus semejantes
es cuando más posee.
Dándose a sus semejantes
es cuando se torna más abundante.
El Tao del Cielo es beneficiar sin dañar.
El Tao del sabio es actuar sin luchar.


Lao Tzi, Tao Te Ching, 81

venerdì 30 dicembre 2011

Perché scrivo?




Bella domanda per questa chiusura di 2011. Quando le parole ti sgorgano dal cuore e si piazzano da sole sulla pagina non hai tempo di filosofeggiare. Dopo, però, la penna si raffredda e brontolano i dubbi. Ne vale la pena? Sto perdendo tempo? Ho davvero qualcosa da dire? 

Mi rincuora la risposta di un maestro. Non saprei spiegarvi meglio di lui quello che sento. Dedicateci dieci minuti della vostra vita e sarete più ricchi, dentro.




venerdì 23 dicembre 2011

Pausa natalizia

Il blog si prende qualche meritato giorno di vacanza. Passate buone feste, torneremo presto con un bella infornata di idee... mancine!

giovedì 22 dicembre 2011

Il thriller perfetto II: lo scrittore più ricco della storia

La scrittura ti rende più vivo e, dal momento che il principale ingrediente della vita, anche se si potrebbe non pensarlo guardando la maggior parte degli esseri umani, è quello di essere vivi, questo è un utile sottoprodotto della scrittura.

Come scrivere un thriller perfetto? Per avere la risposta, chi meglio del grande maestro Ian Fleming, creatore di James Bond? Ecco un estratto di una sua famosa intervista, sostanziosa e piena di consigli utili per gli aspiranti scrittori (la citazione iniziale è la chiusura del pezzo)

Spesso la gente mi chiede: “Come riesci a pensarci? Che straordinaria (o talvolta estremamente contorta) mente devi avere”. Certamente ho una vivida immaginazione, ma non credo vi sia nulla di molto strano in merito.

Noi tutti ci siamo nutriti di fiabe e storie di avventura e di fantasmi per i primi 20 anni della nostra vita, e l’unica differenza tra me e voi è forse che la mia immaginazione mi fa guadagnare denaro. Ma, per tornare al mio primo libro, Casino Royale, vi sono forti incidenti nel libro che sono tutti basati su fatti. Li ho estratti dai miei ricordi di guerra della “Naval Intelligence Division”, li ho messi insieme, creato un eroe, un cattivo e una eroina, ed è uscito il libro [...].



mercoledì 21 dicembre 2011

Don Giovanni

Quanto deve l'umanità al genio di Wolfgang Amadeus Mozart? Impossibile dirlo. Anche la narrativa deve molto al suo lato operistico. Dalla sua collaborazione con Lorenzo Da Ponte come librettista nacquero capolavori su capolavori. Il mio preferito è il Don Giovanni (1787), con il seme del Romanticisimo già piantato e pronto a sbocciare nel secolo seguente. Se l'Opera vi sembra lontanissima, beh, chiedetevi quanto ha preso il cinema (Hollywood in particolare) da questa meravigliosa forma artistica.

Tre scene su tutte: la prima è il duetto amoroso "là ci darem la mano"; Don Giovanni seduce Zerlina, un flirt in piena regola.



La seconda è l'aria "Madamina il catalogo è questo"; il servo Leporello tesse le lodi del padrone in tono burlesco e pimpante.


Per concludere la mia preferita, il gran finale: Il Commendatore torna dall'oltretomba per castigare Don Giovanni e farlo precipitare agli inferi. Il loro scambio di battute è spettacolare: "Pentiti! No! Sì! No!" (dal minuto 5:00 in avanti).

martedì 20 dicembre 2011

Incipit

Come promesso due giorni fa, ecco due incipit che apprezzo, da due romanzi di generi antitetici ma ugualmente efficaci.

Il primo è tratto dall'archetipo del noir americano (o hard boiled, fate voi): "Il grande sonno" di Raymond Chandler (1939). È il debutto di un personaggio mitico del genere: Philip Marlowe.

Erano pressappoco le undici del mattino, mezzo ottobre, sole velato, e una minaccia di pioggia torrenziale sospesa nella limpidezza eccessiva là sulle colline. Portavo un completo blu polvere, con camicia blu scuro, cravatta e fazzolettino assortiti, scarpe nere e calzini di lana neri con un disegno a orologini blu scuro. Ero corretto, lindo, ben sbarbato e sobrio, e me ne sbattevo che lo si vedesse. Dalla testa ai piedi ero il figurino del privato elegante. Avevo appuntamento con quattro milioni di dollari.

Il secondo è invece un classico della letteratura italiana: "Il fu Mattia Pascal" di Luigi Pirandello (1904). Un esempio splendido di come mettere subito le carte in tavola.

Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de' miei amici o conoscenti dimostrava d'aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo:
- Io mi chiamo Mattia Pascal.
- Grazie, caro. Questo lo so.
- E ti par poco?
Non pareva molto, per dir la verità, neanche a me. Ma ignoravo allora che cosa volesse dire il non sapere neppur questo, il non poter più rispondere, cioè, come prima, all'occorrenza:
- Io mi chiamo Mattia Pascal.

lunedì 19 dicembre 2011

Lunedì Zen II

Seconda puntata, per iniziare bene l'ultima settimana lavorativa seria del 2011.

Uccidere

Un giorno Gasan istruiva i suoi seguaci: «Quelli che parlano contro l'assassinio e che desiderano risparmiare la vita di tutti gli esseri consapevoli hanno ragione. È giusto proteggere anche gli animali e gli insetti. Ma che dire di quelle persone che ammazzano il tempo, che dire di quelli che distruggono la ricchezza e di quelli che distruggono l'economia pubblica? Non dovremmo tollerarli. E inoltre, che dire di uno che predica senza l'Illuminazione? Costui uccide il Buddhismo».

(n. 63)

domenica 18 dicembre 2011

Come attirare l'attenzione: il "cold open"

Attirare l'attenzione del lettore di un romanzo fin dalla prima riga è importante; ancora di più lo è nel cinema. In letteratura, molta importanza viene data all'incipt - argomento di un prossimo post. Oggi ci occupiamo di una delle tecniche usate nel cinema: il "cold open", cioè una sequenza iniziale (prima dei titoli di testa) che presenta il protagonista in piena azione, in una storia di solito non collegata al resto della trama. È molto efficace per le storie d'avventura e i personaggi d'azione in senso lato; stranamente, è poco utilizzata in letteratura - fino ad ora...

Tra i numerosi esempi cinematografici, ne scelgo due molto noti e ben riusciti. Il primo è la sequenza di apertura de "I predatori dell'arca perduta" (1981), primo film di Indiana Jones. Un classico.


Il secondo è la sequenza pre-credit di "GoldenEye" (1995), della saga di James Bond - 007. Anche se come me non amate il genere, ha un ritmo narrativo esplosivo!

Link a: GOLDENEYE

È solo alla fine dei due spezzoni che cominciano i titoli di testa. Un bel modo di cominciare con il piede giusto.

(i video sono in lingua originale ma tanto il dialogo è così scarso...)

Dieci giorni di blog

Oggi il blog compie dieci giorni di vita e i primi passi sono andati bene, lenti ma sicuri. Al ritmo di un post al giorno il cammino sarà come una lunga passeggiata.

Se capitate da queste parti, potete lasciare un segno del vostro passaggio: un saluto, la vostra opinione, fate voi. La mia casa è aperta a tutti!

sabato 17 dicembre 2011

L'uomo di Heinlein - El hombre de Heinlein - Heinlein's man

(english-español-italiano)

I maestri sanno dire ciò che pensiamo meglio di noi e, in questo caso, io stesso non avrei saputo esprimere meglio la mia filosofia di vita.

Los maestros saben decir lo que pensamos mejor que nosotros y, en este caso, yo mismo no habría sabido expresar mejor mi propia filosofía de vida.

Masters can say what we think better than ourselves and, in this case, I could not have expressed better my own philosophy of life.

"Un essere umano deve essere in grado di cambiare un pannolino, pianificare un’invasione, macellare un maiale, guidare una nave, progettare un edificio, scrivere un sonetto, tenere la contabilità, costruire un muro, aggiustare un osso rotto, confortare i moribondi, prendere ordini, dare ordini, collaborare, agire da solo, risolvere equazioni, analizzare un problema nuovo, raccogliere il letame, programmare un computer, cucinare un pasto saporito, battersi con efficienza, morire valorosamente. La specializzazione va bene per gli insetti."

"Un ser humano debería ser capaz de cambiar un pañal, planear una invasión, despiezar un cerdo, ensamblar una barca, diseñar un edificio, escribir un soneto, hacer un balance, levantar una pared, remendar un hueso roto, confortar al moribundo, obedecer órdenes, dar órdenes, cooperar, actuar en solitario, resolver ecuaciones, analizar un nuevo problema, esparcir estiercol, programar un ordenador, cocinar una comida sabrosa, sufrir con entereza y luchar eficientemente. La especialización es para los insectos."

"A human being should be able to change a diaper, plan an invasion, butcher a hog, conn a ship, design a building, write a sonnet, balance accounts, build a wall, set a bone, comfort the dying, take orders, give orders, cooperate, act alone, solve equations, analyze a new problem, pitch manure, program a computer, cook a tasty meal, fight efficiently, die gallantly. Specialization is for insects."


PS: anche in una mia lettera al Corriere della Sera

venerdì 16 dicembre 2011

Democrazia della crisi, crisi della democrazia

Fiumi d'inchiostro si sprecano di recente sul rapporto tra la crisi e la partecipazione democratica, in Italia, in Spagna, in tutta Europa.

Forse più di mille parole vale un'immagine. Budapest, Ungheria. 1931? No, 2010. Se vi preoccupano le schegge di follia estremista degli ultimi tempi, beh, tenetevi forte...



giovedì 15 dicembre 2011

Il duello

«Un duello, lo si consideri una cerimonia in culto dell’onore o addirittura lo si riduca nella sua essenza morale a una forma di gioco virile, richiede una fermezza d’intenti assoluta, un’omicida austerità d’animo» 

Oggi dedico un piccolo tributo a una grande storia, "I duellanti" di Joseph Conrad (1908), superbo racconto dell'assurda rivalità senza quariere tra due ussari napoleonici, gli ufficiali Feraud e D'Hubert, da cui il genio acerbo di Ridley Scott trasse il suo primo lungometraggio (1977), una piccola gemma.

ll racconto è un esempio di come si possa scrivere narrativa storica senza gli sbrodolamenti dei bulimici romanzi storici contemporanei. Asciutto, quasi crudo, ritrae l'essenza del delirio dell'onore ottocentesco raccontando una storia lineare e senza fronzoli.

Il film invece è grande affersco d'epoca, che spicca per i magnifici costumi e per la fotografia evocativa e romantica, ispirata ai quadri di John Constable, senza dimenticare l'impeccabile interpretazione di Harvey Keithel. Un felice debutto per Scott prima del grande successo con la fantascienza e i kolossal storici.

Meglio il racconto o il film? In due parole: imperdibili entrambi.


mercoledì 14 dicembre 2011

Il thriller perfetto

Ho ripescato di recente le 10 regole per scrivere "suspense fiction" secondo Brian Garfield, noto scrittore americano di successo (tra parentesi, cosa ne penso io). Sono opinabili come ogni decalogo, ma almeno è un punto di partenza. Se leggete gialli in qualsiasi sfumatura, vedrete che molte vengono applicate alla lettera, da Arthur Conan Doyle a Carlo Lucarelli. Se invece vi trovate tra le mani un noir che vi scappa da tutte le parti - come il sottoscritto in questo momento - ogni suggerimento è ben accetto!

1) Iniziate con l’azione; spiegherete in un secondo momento. (fondamentale)

2) Rendete le cose difficili per il vostro protagonista. (il motore della storia)

3) Pianificate in anticipo; sarete ripagati più tardi. (discutibile, ma con un fondo di verità)

4) Date l’iniziativa al protagonista. (funziona sempre, ma non è l'unica strada)

5) Date al protagonista una motivazione personale. (preferibile)

6) Date al protagonista uno stretto limite di tempo, e quindi accorciatelo. (molto Hollywood)

7) Scegliete il vostro personaggio in base alle vostre capacità. (è il mio stile)

8) Conoscete la destinazione prima di partire. (poi magari si cambia strada)

9) Non correte dove gli angeli hanno paura a camminare. (alle prime armi, obbligatorio)

10) Non scrivere nulla che non vorresti leggere. (scontato ma vero)

martedì 13 dicembre 2011

Come scrivere un libro e vendere un milione di copie

Interessante intervista a Fabio Volo su la7. Come sempre di un candore disarmante:

– Con questo libro, che si intitola "Il giorno in più", tu hai venduto oltre un milione di copie [...]. Ci spieghi come si fa? – chiede Lilli Grüber.
– Eh... – fa Volo ridendo – non lo so.
– E no, non lo so è troppo facile.
– Non lo so. Posso dirti, l'approccio è stato, quando ho iniziato il primo libro, era speriamo che vada abbastanza bene da poter scrivere il secondo.

È uno scrittore che ammiro per vari motivi, soprattutto perché è la dimostrazione che il linguaggio quotidiano, della vita "normale", è il migliore per parlare di relazioni tra le persone, sentimenti ed emozioni. In italiano sembra quasi un'eresia, ma in altre lingue ci sono fior di maestri che con lo stessa filosofia hanno raggiunto vette di eccellenza, uno su tutti Hemingway (sarà che sto leggendo "Avere e non avere"...)

Volo mi piace anche perché è un comunicatore eccezionale, capace di riprendere idee altrui, rimasticarle e diffonderle presso il grande pubblico in un modo fruibile, non da professorone ma come un amico che in una serata in compagnia se ne esce con un pensiero profondo che ti dà da riflettere.

E poi Volo è un modello linguistico eccellente per i miei alunni di italiano per stranieri, con un registro colloquiale, curato il giusto. Uno dei pochi per il quale posso dire "potete ambire a scrivere come lui".

lunedì 12 dicembre 2011

Lunedì Zen

La settimana inizia in salita, la tensione ribolle e lo stress sghignazza soddisfatto? Staccare la spina è una questione interiore.

Ecco un modo per ritrovare l'equilibrio: una storia Zen (da "101 storie Zen"). E in regalo una settimana intera davanti a noi per meditarci sopra.

Una tazza di tè

Nan-in, un maestro giapponese dell'era Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.

Nan-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare.

Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi. «È ricolma. Non ce n'entra più!».

«Come questa tazza,» disse Nan-in «tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?».


(n. 1)


domenica 11 dicembre 2011

Cavolo!

(post bilingue español-italiano)

Hoy se estrena el blog en español, señalando una pequeña joya: se trata de "Cavolo", un diccionario bilingüe español-italiano/italiano-español con expresiones coloquiales, de argot y de lengua de la calle. Imperdible para quien conozca los dos idiomas o bien estudie uno de los dos y quiera aprender "el italiano que nadie se atreve a enseñarte" (así dice la portada). ¡Perfecto para los dialogos de mi nuevo libro!

Una pequeña muestra...
cutre: squallido
gatillazo: (fare) cilecca
impresentable: faccia tosta
morbo (dar): fare sangue
pachanguero: trash
segurata: buttafuori


Oggi si inaugura il blog in spagnolo, segnalando una piccola chicca: si tratta di "Cavolo", un dizionario bilingue spagnolo-italiano/italiano-spagnolo con espressioni colloquiali, gergali e di linguaggio da strada. Imperdibile per chi conosce entrambe le lingue oppure ne studia una e vuole imparare "lo spagnolo che nessuno osa insegnarti" (così dice la copertina). Perfetto per i dialoghi del mio nuovo libro!

Un piccolo assaggio...
dare di matto: cruzársele los cables
imbalsamato: muermo
intortare: vender la moto
mezzasega: pringao, negado
provarci: entrar a alguien
da urlo: de puta madre

sabato 10 dicembre 2011

Scotch


Ti svegli una mattina d'estate di buon'ora e ti tuffi in un frizzante mattino scozzese. Una strada serpeggiante ti conduce a un gruppo di case nascoste tra gli alberi, sotto lo sguardo imperturbabile delle pecore al pascolo.


Sei alla Dallas Dhu, distilleria storica di autentico Scotch sulle rive del fiume Spey, la zona più rinomata per il whisky scozzese. La visita ti colpisce, ti coinvolge, e ti perdi in un mare di malto d'orzo, alambicchi e botti di rovere.


La degustazione a stomaco vuoto è un'impresa: ci provi, ma ti lascia solo le labbra bruciate e lo stomaco sottosopra. Ti rifai la sera stessa e il bicchiere di Glenfiddich 12 anni accompagnato da musica gaelica dal vivo è una delizia dei sensi. Il single malt è vigoroso e aromatico, potente e raffinato. E lo bevi liscio: come si dice da quelle parti, se non metteresti il ghiaccio in un bicchiere di Moët & Chandon, perché farlo con il whisky?


L'esperienza ti rimane nel cuore, e lo Scotch si guadagna un posticino nel prossimo libro. Si troverà a suo agio, in compagnia di grandi vini e grandi avventure.

venerdì 9 dicembre 2011

La grande onda e Cinque belle donne

Il post di oggi è dedicato a un genio: Katsushika Hokusai, pittore e incisore giapponese, autore della famosissima "La grande onda", un'opera iconica di enorme influenza sull'arte di Oriente e Occidente.


Precursore del manga, amante dei ritratti di gente di strada, corrente ed eccezionale a un tempo, Hokusai ebbe una produzione prolifica anche grazie a una straordinaria longevità. Tra tutti i suoi capolavori scelgo però quello che sento più vicino e che mi provoca più emozioni. Si tratta di "Cinque belle donne", il ritratto di cinque affascinanti nobildonne assorte nelle loro occupazioni di corte. 

Se i miei lettori hanno una sensazione di deja vu, beh, avete fatto centro: il dipinto del mio primo libro è proprio questo!



giovedì 8 dicembre 2011

Ernest Hemingway e Francis Macomber

Rompo il ghiaccio con un piccolo tributo a uno dei grandi. Ho letto di recente per la prima volta "La breve vita felice di Francis Macomber" di Ernest Hemingway. Uno splendido racconto ambientato in Africa durante una battuta di caccia, al puro stile del maestro del dialogo: diretto, contundente, con una prosa asciutta ed efficace e quella voce narrante tipicamente maschile di cui si sente tanto la mancanza nel panorama attuale.

Il racconto è un esempio dell'uso magistrale dell'omissione. Secondo la famosa teoria dell'iceberg, se l'autore omette una parte della storia che conosce, la storia ne esce rafforzata; arrivando all'estremo, resta visibile solo la superficie mentre il grosso resta non detto, come un iceberg di cui si vede solo la punta mentre la struttura di supporto è invisibile sotto il pelo dell'acqua.

I temi della codardia e del coraggio, cari a Hemingway, sono trattati con una storia che va dritta al cuore, sulla paura di vivere e sulla vita vera come liberazione dalla paura. Anche se odiate la caccia, un racconto da non perdere.

PS: Intrigante e spassosa la caricatura di Hemingway - forse non molto lontana dal vero - che si è vista nel film "Mezzanotte a Parigi" di Woody Allen. Ecco una bella scena: (in english, sorry)


Comincia l'avventura

Oggi prende il largo pensieromancino. Sarà un'avventura piena di sorprese. Non traccio mappe né mi propongo una destinazione: sarà una scoperta lungo il cammino. Il blog crescerà con me e io con lui. Speriamo lungo la navigazione di trovare tanti compagni di viaggio con cui condividere esperienze ed emozioni.

Nessuna dichiarazione d'intenti, quindi. Il blog Sarà un contenitore per le mie passioni e i miei passatempi: la scrittura in primis; e poi cinema, letteratura, cucina, arti marziali, Oriente, viaggi, attualità, lingue, musica, arte, fotografia e tutto quello che scalpiterà così tanto da guadagnarsi un posto al sole.

Perché pensieromancino? È la creatività, bellezza. Pensiero laterale, emisfero destro e sinistro, globalità ed analisi... insomma, un invito a nozze per un mancino come me!

A questo blog, a me che lo scrivo e a chi lo leggerà un augurio quindi: buon viaggio!