giovedì 12 gennaio 2012

Haiku I: d'inverno

Cielo di ghiaccio dorato
e germogli nell'anima:
mattina di gennaio.

Tre miei versi per un piccolo omaggio al genere Haiku. Un'inezia in confronto all'interpretazione di Tomas Tranströmer, poeta svedese premio Nobel per la letteratura 2011 (traduzione di Gianna Chiesa Isnardi):

I cavi della corrente
tesi nel regno del freddo
a nord di ogni musica

*
Il sole bianco
si allena correndo da solo incontro
alle montagne blu della morte.

*
Dobbiamo vivere
con l’erba garbata
e le risate di osteria.

*
Il sole ora è basso.
Le nostre ombre sono giganti.
Presto tutto sarà ombra.


II
Le orchidee.
Le navi cisterna scivolano via.
Luna piena.


III
Fortezza medievale,
città straniera, fredda sfinge,
arene vuote.

*
Le foglie sussurravano:
un cinghiale suona l’organo.
E le campane rintoccarono.

*
E la notte fluisce
da oriente a occidente con
la velocità della luna.


IV
Una coppia di libellule
strettamente avvinghiate l’una all’altra
passarono volteggiando.

*
Presenza di Dio.
Nel tunnel del canto degli uccelli
si apre una porta chiusa a chiave.

*
Querce e la luna.
Luce e costellazioni silenziose.
Il mare freddo.

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